Facebook… a cosa siamo iscritti?
I fenomeni sociali che si determinano con le mode
conducono spesso a profonde trasformazioni della società stessa
...continua...
Erika Capacci |
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Erika Capacci, 07/08/2012 10:41:58 (ip:194.243.52.171)
4 Febbraio 2004: Mark Zuckerberg, allora diciannovenne, insieme ad altri studenti di Harvard, fondò quello che all’epoca fu chiamato “The Facebook” e che ora è il secondo sito più visitato al mondo, noto solo come “Facebook”. Era conosciuto soltanto all’interno dei college americani; poi nel 2008 è arrivato in Europa, passando per le università di Oxford e Cambridge. Mark Zuckerberg ha di fatto creato uno strumento che ha cambiato il modo di comunicare: questo lo ha reso “Uomo dell’anno 2010” nominato da “Times” e uno fra gli uomini più ricchi del pianeta a soli 26 anni. Fb è un fenomeno che sta prendendo sempre più piede nel mondo: è stato calcolato che a fine agosto 2012 gli utenti arriveranno ad un miliardo, mentre l’ultimo calcolo, effettuato nel settembre 2011, ha dimostrato che il numero degli utenti aveva raggiunto gli 800 milioni. La capacità di collegare le persone è dunque il punto di forza del social network. Non è a caso che Chris Hughes, co-fondatore di Facebook, studente di storia e letteratura, nonché compagno di camera di Mark Zuckerberg all’università , a 25 anni sia diventato il coordinatore della massiccia e fortunata campagna elettorale on line dell’attuale presidente degli stati uniti Barack Obama. Hughes ha compreso che fino a quel momento i mezzi di comunicazione erano funzionali a tenere un filo aperto tra i candidati e i loro sostenitori. I social networks hanno permesso ai sostenitori di comunicare fra loro, generando un vero e proprio movimento dal basso. Certo, Obama non ha vinto perché ha tanti amici su Facebook, ma ha potuto raggiungere tanta gente e ha saputo essere convincente, anche in questo suo modo di fare propaganda politica.
Navigando sul sito si possono trovare utenti di diverse generazioni, dai più giovani ai meno giovani e più della metà essi si connette ogni giorno. L'utilizzatore medio italiano è lo studente che si auto-compiace a pubblicare foto di esclusive feste in discoteca dove le persone hanno tutte lo stesso sorriso prestampato in faccia: non è colpa di Facebook! Gli studenti americani, lo vedono come parte integrante imprescindibile della loro vita sociale, in facoltà e fuori: su Facebook si organizzano feste, si discute, si creano amicizie e amori tra studenti anche fisicamente lontani.
Dal punto di vista sociologico, gli aspetti positivi sono emersi da un’indagine statistica condotta negli USA dal Pew Internet and American Life Project su più di 2000 adulti di diversa estrazione sociale. Le coppie con figli sono quelle che maggiormente impiegano Internet e telefoni cellulari per comunicare ed allacciare rapporti sociali con altre persone; ben il 62% di questi gruppi familiari utilizza una connessione veloce nella propria abitazione (rispetto al 52% della media nazionale) ed il 63% di quelle che possiedono più di due computer, dispongono anche di una personal home network.
Le impressioni rilasciate dagli intervistati sottolineano che Internet, oltre ad essere un utile mezzo di comunicazione con gli altri membri della propria famiglia, rappresenta un valido strumento che migliora i rapporti parentali. La rete rappresenta un nuovo centro di aggregazione sociale, attorno al quale parte delle famiglie con figli si riunisce nel tempo libero per esplorare l’universo mediatico. Il 52% delle famiglie sostiene infatti che naviga in Internet almeno una volta la settimana con i propri familiari, per ricercare contenuti di interesse comune, che vengono poi commentati insieme.
Nel social networking, promosso proprio grazie alla diffusione del web, emergono gli aspetti socialmente più positivi di internet: tra le nicchie di utenti accomunati da interessi comuni spiccano i social networks for patients: realtà che rappresentano il punto di incontro tra persone che condividono le stesse malattie, oppure tra malati e medici specialisti. In occasione della conferenza Health 2.0 di San Francisco sono emerse le realtà che nel Web rappresentano un valido supporto per chi è colpito da malattie disabilitanti, quali Disaboom, Diabetic Connect, Imedix, CarePages, ecc. Questi siti, oltre a fornire un valido e concreto aiuto a chi soffre di particolari infermità , vogliono rompere quell’alone di solitudine, che spesso circonda e isola le persone meno fortunate..
C’è da dire che grazie ai social network, amici con residenze in paesi distanti fra loro possono comunicare in totale assenza di costi e di limiti di tempo, “postare” e “taggare” foto, ma anche per le comunicazioni di lavoro, ad esempio: dipendenti di diverse società possono comunicare anche tramite questi “siti sociali” per fissare i vari impegni aziendali.
Altri aspetti che rendono piacevole la comunicazione tramite i social network sono l’aspetto grafico e i servizi che offrono, infatti tramite Fb è possibile passare un po’ di tempo giocando con delle applicazioni insieme ai propri amici; un altro aspetto significativo e importante è che nei social network si possono creare dei veri e propri punti di discussione riguardanti diversi aspetti quali società , ambiente, sanità , educazione e politica. Il promotore di Facebook, Chris Hugles, a tal proposito, ha creato un sito Jumo.com il quale appoggiandosi ai server del social network, permette agli utenti di seguire varie associazioni umanitarie, scambiare informazioni, conoscere gente e coinvolgere gente. Le pagine sono strutturate in modo da fornire un chiaro profilo delle organizzazioni: i campi in cui operano, dove sono presenti e i loro progetti.
Questi sono gli aspetti positivi ma è doveroso esporre anche gli aspetti negativi che purtoppo non sono di poco conto… In realtà per cosa viene utilizzato Facebook? Aggregazione, condivisione di contenuti, creazione e mantenimento di relazioni, certamente. Conoscere persone e vivere l’amicizia sono bisogni che spesso rischiano di essere confusi con delle relazioni sociali molto più superficiali e sporadiche, con la comunicazione di sé e con l’esibizionismo.
I fenomeni sociali che si determinano con le mode conducono spesso a profonde trasformazioni della società stessa, in un susseguirsi di cause ed effetti che rendono difficile distinguere se è una nuova esigenza a determinare una nuova moda o se è questa a creare nuove necessità . Facebook sarebbe un ottimo strumento che potrebbe essere usato in modo intelligente, utile a pubblicizzare musica, libri, eventi, per tenere i contatti con amici lontani, dove si possono organizzare uscite evitando le solite costose e inconcludenti catene di sms.
Facebook è il luogo della condivisione …ma non certo quello dell’anonimato!
Non sono mancate polemiche riguardo a questo: le più diffuse sono quelle riguardo poca tutela della privicy. Vi riporto un estratto dei termini d’uso di Facebook, in inglese: “By posting user content to any part of the site, you automatically grant, and you represent and warrant that you have the right to grant, to the company an irrevocable, perpetual, non-exclusive, transferable, fully paid, worldwide license (with the right to sublicense) to use, copy, publicly perform, publicly display, reformat, translate, excerpt (in whole or in part) and distribute such user content for any purpose, commercial, advertising, or otherwise, on or in connection with the site or the promotion thereof, to prepare derivative works of, or incorporate into other works, such user content, and to grant and authorize sublicenses of the foregoing.” La traduzione italiana presente su Fb recita così: “Affiggendo il contenuto di operatore a qualunque parte del luogo, lei concede automaticamente, e lei rappresenta e garantisce che lei ha la destra per concedere, alla società una licenza irrevocabile, perpetua, non-esclusivo, trasferibile, completamente pagata, mondiale di usare, copiare, pubblicamente eseguire, pubblicamente mostrare, riformattare, tradurre, l'estratto (nell'intero o nella parte) e distribuire tale contenuto di operatore per qualunque scopo, commerciale, la pubblicità , o altrimenti, su in connessione col luogo o il thereof di promozione, preparare i lavori derivati di, o incorpora negli altri lavori, tale contenuto di operatore, e concedere ed autorizzare il sublicenses del rinunciare.
Avete capito qualcosa? No, non sono stata io a tradurre. Questo maccheronico testo è solo una porzione del contratto cui abbiamo aderito quando ci siamo iscritti. Quello che significa, in estrema sintesi, e rifacendomi al testo originale è questo: qualsiasi cosa inseriate su Fb diventa “di” Fb: tutti gli annessi diritti, nonché la facoltà di riprodurre in qualsiasi modo e per qualsiasi finalità i vostri contenuti, sono autorizzati. Provate a chiedervi cosa succede se tutto questo improvvisamente non vi stesse più bene. I legali di Fb hanno pensato bene di inserire la seguente dicitura in proposito: “You may remove your user content from the site at any time. If you choose to remove your user content, the license granted above will automatically expire, however you acknowledge that the company may retain archived copies of your user content. Facebook does not assert any ownership over your user content; rather, as between us and you, subject to the rights granted to us in these terms, you retain full ownership of all of your user content and any intellectual property rights or other proprietary rights associated with your user content.” In parole povere, qualora decideste di rimuovere il vostro contenuto, lo potete sicuramente fare, ma... accettate al tempo stesso che Fb trattenga copie dello stesso: rimane a Fb la facoltà di continuare ad avere nel proprio database quei dati anche se lungi da rivendicarne il possesso.
Al social network sono iscritti anche ragazzi di piccola età , addirittura, ci sono anche bambini di dieci anni registrati! Questo è abbastanza grave in quanto i bambini a quell’età non sono capaci di discernere i contenuti online per cui possono accedere su siti che probabilmente potrebbero ledere la loro psiche ancora infantile. Ciò accadrebbe anche se fossero imposti dei limiti d’età , ma i ragazzi per ovviare a questo inconveniente, possono semplicemente scrivere una data di nascita falsa, e questo fa riflettere.
Un altro aspetto negativo, ma che in questo caso riguarda i meno giovani è il fatto che questi siti possono creare elle dipendenze, tanto da crearsi delle identità virtuali a scapito dei rapporti sociali “da persona a persona”: molti ragazzi preferiscono restare sempre a casa a badare i social network più che fare una bella passeggiata per ammirare ciò che la natura ci ha dato.
Ma per fortuna ci sono ancora ragazzi che sanno fare un buon uso degli strumenti informatici, infatti secondo il mio punto di vista tutto dipende dall’uso, dall’utilizzo che si fa delle invenzioni: i social network rispecchiano la nostra società , con i propri lati positivi e quelli negativi.
Navigando sul sito si possono trovare utenti di diverse generazioni, dai più giovani ai meno giovani e più della metà essi si connette ogni giorno. L'utilizzatore medio italiano è lo studente che si auto-compiace a pubblicare foto di esclusive feste in discoteca dove le persone hanno tutte lo stesso sorriso prestampato in faccia: non è colpa di Facebook! Gli studenti americani, lo vedono come parte integrante imprescindibile della loro vita sociale, in facoltà e fuori: su Facebook si organizzano feste, si discute, si creano amicizie e amori tra studenti anche fisicamente lontani.
Dal punto di vista sociologico, gli aspetti positivi sono emersi da un’indagine statistica condotta negli USA dal Pew Internet and American Life Project su più di 2000 adulti di diversa estrazione sociale. Le coppie con figli sono quelle che maggiormente impiegano Internet e telefoni cellulari per comunicare ed allacciare rapporti sociali con altre persone; ben il 62% di questi gruppi familiari utilizza una connessione veloce nella propria abitazione (rispetto al 52% della media nazionale) ed il 63% di quelle che possiedono più di due computer, dispongono anche di una personal home network.
Le impressioni rilasciate dagli intervistati sottolineano che Internet, oltre ad essere un utile mezzo di comunicazione con gli altri membri della propria famiglia, rappresenta un valido strumento che migliora i rapporti parentali. La rete rappresenta un nuovo centro di aggregazione sociale, attorno al quale parte delle famiglie con figli si riunisce nel tempo libero per esplorare l’universo mediatico. Il 52% delle famiglie sostiene infatti che naviga in Internet almeno una volta la settimana con i propri familiari, per ricercare contenuti di interesse comune, che vengono poi commentati insieme.
Nel social networking, promosso proprio grazie alla diffusione del web, emergono gli aspetti socialmente più positivi di internet: tra le nicchie di utenti accomunati da interessi comuni spiccano i social networks for patients: realtà che rappresentano il punto di incontro tra persone che condividono le stesse malattie, oppure tra malati e medici specialisti. In occasione della conferenza Health 2.0 di San Francisco sono emerse le realtà che nel Web rappresentano un valido supporto per chi è colpito da malattie disabilitanti, quali Disaboom, Diabetic Connect, Imedix, CarePages, ecc. Questi siti, oltre a fornire un valido e concreto aiuto a chi soffre di particolari infermità , vogliono rompere quell’alone di solitudine, che spesso circonda e isola le persone meno fortunate..
C’è da dire che grazie ai social network, amici con residenze in paesi distanti fra loro possono comunicare in totale assenza di costi e di limiti di tempo, “postare” e “taggare” foto, ma anche per le comunicazioni di lavoro, ad esempio: dipendenti di diverse società possono comunicare anche tramite questi “siti sociali” per fissare i vari impegni aziendali.
Altri aspetti che rendono piacevole la comunicazione tramite i social network sono l’aspetto grafico e i servizi che offrono, infatti tramite Fb è possibile passare un po’ di tempo giocando con delle applicazioni insieme ai propri amici; un altro aspetto significativo e importante è che nei social network si possono creare dei veri e propri punti di discussione riguardanti diversi aspetti quali società , ambiente, sanità , educazione e politica. Il promotore di Facebook, Chris Hugles, a tal proposito, ha creato un sito Jumo.com il quale appoggiandosi ai server del social network, permette agli utenti di seguire varie associazioni umanitarie, scambiare informazioni, conoscere gente e coinvolgere gente. Le pagine sono strutturate in modo da fornire un chiaro profilo delle organizzazioni: i campi in cui operano, dove sono presenti e i loro progetti.
Questi sono gli aspetti positivi ma è doveroso esporre anche gli aspetti negativi che purtoppo non sono di poco conto… In realtà per cosa viene utilizzato Facebook? Aggregazione, condivisione di contenuti, creazione e mantenimento di relazioni, certamente. Conoscere persone e vivere l’amicizia sono bisogni che spesso rischiano di essere confusi con delle relazioni sociali molto più superficiali e sporadiche, con la comunicazione di sé e con l’esibizionismo.
I fenomeni sociali che si determinano con le mode conducono spesso a profonde trasformazioni della società stessa, in un susseguirsi di cause ed effetti che rendono difficile distinguere se è una nuova esigenza a determinare una nuova moda o se è questa a creare nuove necessità . Facebook sarebbe un ottimo strumento che potrebbe essere usato in modo intelligente, utile a pubblicizzare musica, libri, eventi, per tenere i contatti con amici lontani, dove si possono organizzare uscite evitando le solite costose e inconcludenti catene di sms.
Facebook è il luogo della condivisione …ma non certo quello dell’anonimato!
Non sono mancate polemiche riguardo a questo: le più diffuse sono quelle riguardo poca tutela della privicy. Vi riporto un estratto dei termini d’uso di Facebook, in inglese: “By posting user content to any part of the site, you automatically grant, and you represent and warrant that you have the right to grant, to the company an irrevocable, perpetual, non-exclusive, transferable, fully paid, worldwide license (with the right to sublicense) to use, copy, publicly perform, publicly display, reformat, translate, excerpt (in whole or in part) and distribute such user content for any purpose, commercial, advertising, or otherwise, on or in connection with the site or the promotion thereof, to prepare derivative works of, or incorporate into other works, such user content, and to grant and authorize sublicenses of the foregoing.” La traduzione italiana presente su Fb recita così: “Affiggendo il contenuto di operatore a qualunque parte del luogo, lei concede automaticamente, e lei rappresenta e garantisce che lei ha la destra per concedere, alla società una licenza irrevocabile, perpetua, non-esclusivo, trasferibile, completamente pagata, mondiale di usare, copiare, pubblicamente eseguire, pubblicamente mostrare, riformattare, tradurre, l'estratto (nell'intero o nella parte) e distribuire tale contenuto di operatore per qualunque scopo, commerciale, la pubblicità , o altrimenti, su in connessione col luogo o il thereof di promozione, preparare i lavori derivati di, o incorpora negli altri lavori, tale contenuto di operatore, e concedere ed autorizzare il sublicenses del rinunciare.
Avete capito qualcosa? No, non sono stata io a tradurre. Questo maccheronico testo è solo una porzione del contratto cui abbiamo aderito quando ci siamo iscritti. Quello che significa, in estrema sintesi, e rifacendomi al testo originale è questo: qualsiasi cosa inseriate su Fb diventa “di” Fb: tutti gli annessi diritti, nonché la facoltà di riprodurre in qualsiasi modo e per qualsiasi finalità i vostri contenuti, sono autorizzati. Provate a chiedervi cosa succede se tutto questo improvvisamente non vi stesse più bene. I legali di Fb hanno pensato bene di inserire la seguente dicitura in proposito: “You may remove your user content from the site at any time. If you choose to remove your user content, the license granted above will automatically expire, however you acknowledge that the company may retain archived copies of your user content. Facebook does not assert any ownership over your user content; rather, as between us and you, subject to the rights granted to us in these terms, you retain full ownership of all of your user content and any intellectual property rights or other proprietary rights associated with your user content.” In parole povere, qualora decideste di rimuovere il vostro contenuto, lo potete sicuramente fare, ma... accettate al tempo stesso che Fb trattenga copie dello stesso: rimane a Fb la facoltà di continuare ad avere nel proprio database quei dati anche se lungi da rivendicarne il possesso.
Al social network sono iscritti anche ragazzi di piccola età , addirittura, ci sono anche bambini di dieci anni registrati! Questo è abbastanza grave in quanto i bambini a quell’età non sono capaci di discernere i contenuti online per cui possono accedere su siti che probabilmente potrebbero ledere la loro psiche ancora infantile. Ciò accadrebbe anche se fossero imposti dei limiti d’età , ma i ragazzi per ovviare a questo inconveniente, possono semplicemente scrivere una data di nascita falsa, e questo fa riflettere.
Un altro aspetto negativo, ma che in questo caso riguarda i meno giovani è il fatto che questi siti possono creare elle dipendenze, tanto da crearsi delle identità virtuali a scapito dei rapporti sociali “da persona a persona”: molti ragazzi preferiscono restare sempre a casa a badare i social network più che fare una bella passeggiata per ammirare ciò che la natura ci ha dato.
Ma per fortuna ci sono ancora ragazzi che sanno fare un buon uso degli strumenti informatici, infatti secondo il mio punto di vista tutto dipende dall’uso, dall’utilizzo che si fa delle invenzioni: i social network rispecchiano la nostra società , con i propri lati positivi e quelli negativi.